Stai cercando informazioni riguardo il mocio per pavimenti ruvidi? Allora sei nel posto giusto!
Di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori moci per pavimenti ruvidi del 2024, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori moci per pavimenti ruvidi sul mercato:
Di solito i pavimenti ruvidi, realizzati con materiali a grana grossa e porosa, sono indicati soprattutto per esterni, dato che la loro resistenza agli agenti climatici e ambientali è molto elevata.
I problemi collegati alla loro struttura sono essenzialmente due, dato che da un lato sulla loro superficie tendono a rimanere imprigionate le particelle di sporcizia, i detriti anche grossolani e la polvere, e d’altro lato, essendo substrati esterni, si sporcano con estrema facilità.
Terrazzi, balconi, vialetti di parchi e giardini si offrono a ospitare nelle loro pavimentazioni un insieme molto variegato di detriti che possono anche attaccarsi in maniera irreversibile ai materiali costitutivi.
Bisogna inoltre tenere presente che questi pavimenti ruvidi esterni non devono essere trattati con metodi troppo aggressivi, che potrebbero deteriorare il loro aspetto rendendoli inutilizzabili.
Essendo strutture impiegate per esterni, esse sono soggette a intensi fenomeni d’usura, provocati dal calpestio e dalle condizioni climatiche.
Non soltanto infatti si vengono a creare problemi di attrito che contribuiscono a consumare gli strati più superficiali delle superfici, ma possono manifestarsi anche crepe e fessurazioni provocate da intense radiazioni solari che, scaldando i substrati, li fanno dilatare.
Le precipitazioni piovose e nevose e la conseguente elevata percentuale di umidità completano i rischi di deterioramento di simili pavimentazioni.
È chiaro che, in tale contesto, le operazioni di pulizia di queste superfici devono rivelarsi adeguate, specifiche, non aggressive ed efficaci, per offrire una protezione ai materiali, rendendoli più durevoli.
Pulire un pavimento ruvido non è come pulirne uno liscio, in quanto la presenza dei pori superficiali determina un’attrazione piuttosto intensa verso le particelle di sporco, che tendono a incunearsi negli interstizi.
I materiali che trovano maggiore impiego nelle pavimentazioni esterne sono il cotto, la pietra grezza, il cemento e la terracotta.
Spesso questi substrati vengono utilizzati per produrre mattonelle di notevoli dimensioni, la cui posa in opera prevede la presenza di fughe, di solito in cemento, che costituiscono un vero e proprio ricettacolo di sporcizia.
La porosità di simili superfici permette ai liquidi di penetrare negli strati più profondi, e quindi contribuisce a rendere difficilmente trattabili macchie e aloni, soprattutto prodotti da sostanze grasse.
In presenza di chiazze oleose è indispensabile servirsi di prodotti solventi, oltre che detergenti, che devono essere stesi in maniera corretta.
Anche la sporcizia secca può creare molti problemi, dato che tende a rimanere strettamente adesa alla superficie, andando ad annidarsi dentro ai pori.
La presenza di fango, smog depositato, acqua piovana inquinata, neve sciolta e ghiaccio può rovinare in maniera irreversibile i pavimenti ruvidi.
I principali nemici di queste superfici sono quindi:
L’esigenza di una pulizia efficace, rispettosa della natura dei materiali e soprattutto non aggressiva rappresenta il principale presupposto per mantenere a lungo funzionali questi pavimenti ruvidi e porosi.
Il mocio si conferma ancora una volta lo strumento ideale per svolgere questo compito, dato che la sua struttura con nappe (oppure pad) in tessuto di cotone oppure di microfibra garantisce ottime prestazioni funzionali.
Sempre maggiormente apprezzati dai consumatori che prediligono un aspetto estetico elegante e un’eccezionale funzionalità, i pavimenti ruvidi in pietra sono senza dubbio un’ottima scelta per ambientazioni outdoor.
Tuttavia la loro evidente porosità può creare qualche problema di gestione: per evitare simili inconvenienti è consigliabile utilizzare un mocio tradizionale, con testa a ciuffo.
Grazie alla presenza di un elevato numero di nappe in tessuto, questo attrezzo è in grado di pulire ampie zone di superficie, rispettandone le caratteristiche strutturali ed eliminando ogni traccia di sporcizia.
Impiegando ciuffi in microfibra si ha la garanzia di pulire alla perfezione tutta le superfici, poiché lo sporco (sia solido sia liquido) viene attratto dal tessuto grazie a forze di attrazione elettrostatica create dall’attrito con il pavimento.
La microfibra, oltre ad avere uno spessore sottilissimo, è costituita da fibre sintetiche di polipropilene ricoperte da micro-pori, entro cui le particelle di sporcizia rimangono intrappolate e non si staccano a causa dell’attrazione elettrochimica.
Pertanto qualsiasi tipo di sporcizia viene asportata dopo una sola passata, senza lasciare aloni né striature sul pavimento ruvido.
Scegliendo prodotti specifici per la pietra e sciogliendoli nell’acqua contenuta nel secchio del mocio, si viene a creare una utilissima patina protettiva che impedisce alle sostanze di penetrare all’interno.
Tra tutti i pavimenti per esterno, il cotto è uno dei più utilizzati perché può essere posato anche negli interni, per realizzare una continuità estetica di grande impatto.
La sua pulizia presuppone preferibilmente l’impiego di un mocio piatto, dato che le prestazioni del panno in microfibra sono perfette per eliminare la sporcizia in maniera non aggressiva.
Il cotto infatti è un substrato fornito di pori piuttosto ampi, dove è facile che lo sporco penetri e rimanga immagazzinato nel tempo.
Il deterioramento di simili superfici dipende innanzi tutto dalle loro variazioni cromatiche, provocate appunto dall’accumulo di sporcizia (dapprima superficiale e poi profonda).
Il mocio a testa rettangolare supporta un pad in microfibra che può essere utilizzato sia asciutto, per eliminare la polvere e la sporcizia secca, sia umido, per lavare le superfici.
Tra i suoi requisiti più funzionali c’é il metodo di strizzamento che, al contrario dei modelli tradizionali che utilizzano un cestello, impiega invece un sistema scrubber, con pettini metallici.
In questo modo il mocio è sempre pulito dopo ogni singola passata e può essere usato sul cotto con ottimi risultati.
È molto importante scegliere la corretta diluizione del prodotto detergente in acqua, per consentire alla microfibra di svolgere appieno il suo ruolo.
Robustissimi, resistenti al calpestio e agli agenti chimici ed esteticamente molto belli, i pavimenti in cemento si caratterizzano per un’elevata ruvidezza, dovuta alla sua granatura grossolana.
Proprio a causa di questo requisito, queste superfici sono piuttosto difficili da pulire, dato che lo sporco (secco, umido oppure oleoso) tende a penetrare negli strati più profondi attraverso i numerosi pori superficiali.
Per evitare tali problemi è opportuno servirsi di un mocio tradizionale con testa a nappe, avendo cura di scegliere un modello con molte strisce, preferibilmente in microfibra.
Dopo aver diluito in acqua un detergente disincrostante, perfetto per superfici di cemento, è necessario bagnare e poi strizzare adeguatamente il mocio, prima di passarlo sulla pavimentazione.
Bisogna evitare che si formi della schiuma, che potrebbe accumularsi negli interstizi superficiali, impedendo al detergente di penetrare verso l’interno; pertanto il mocio deve essere strizzato con particolare attenzione.
Per un impiego del genere sono indicati i modelli di mocio con secchio fornito di pedale, capaci di sfruttare la forza centrifuga del cestello strizzante.
Si tratta di dispositivi ideali per avere la certezza di utilizzare un fiocco soltanto umido, che non sia schiumogeno.
Il gras porcellanato è forse il materiale più poroso in assoluto e che pertanto richiede specifici trattamenti di pulizia.
Su queste superfici è indicato l’impiego di un mocio rotante che, grazie ai suoi dispositivi multipli, è in grado di eliminare ogni residuo di polvere, sporcizia e detriti di qualsiasi dimensione.
A causa della sua porosità, il gres porcellanato è un substrato su cui è davvero difficile eliminare macchie e aloni e nello stesso sul quale non è indicato l’impiego di troppa acqua.
Il mocio rotante in microfibra assicura le prestazioni più specifiche, dato che riesce a strofinare con vigore gli strati sporchi e contemporaneamente utilizza una scarsa quantità di liquido.
La microfibra si conferma il tessuto perfetto a questo scopo, soprattutto in quanto può essere usata appena umida.
I pavimenti ruvidi sono realizzati con materiali molto resistenti nei confronti di agenti fisici (calpestio, usura, attriti, sfregamento, urti, elevati carichi ponderali, graffi), e chimici (sostanze di varia natura, agenti climatici come pioggia, neve, ghiaccio e smog, oltre a fattori inquinanti).
Oltre a queste caratteristiche, le pavimentazioni di questo genere si presentano particolarmente porose e quindi aggredibili da sporcizia solida e liquida che tende ad accumularsi negli interstizi.
I materiali che vengono maggiormente utilizzati per pavimentare superfici esterne sono: pietra, cotto, cemento e gres porcellanato.
Si tratta di substrati resistenti, durevoli e di notevole impatto estetico, ma che richiedono una manutenzione leggermente differente rispetto a quella dei pavimenti lisci.
Infatti questi ultimi non hanno pori evidenti e quindi lo sporco rimane depositato soltanto in superficie; la superfici porose, invece, devono fare i conti con l’effetto penetrante provocato dai numerosi interstizi.
Per avere la certezza di pulire adeguatamente un pavimento ruvido e poroso è consigliabile servirsi del mocio, un attrezzo ideale per queste operazioni grazie alle sue prestazioni selezionate proprio per eliminare ogni traccia di sporco da qualsiasi superficie, anche se porosa.
Per scegliere il prodotto più confacente alle proprie esigenze è necessario valutare alcuni fattori, che sono:
Esistono varie tipologie di mocio: il tradizionale a fiocco, il rotante, l’auto-strizzante (con secchio a pedale) e quello a testa piatta.
Ognuno di essi ha caratteristiche differenti, anche se il meccanismo d’azione rimane grosso modo lo stesso: eliminare lo sporco potendo usufruire di un dispositivo sempre pulito.
Infatti il punto di forza di questo attrezzo dipende appunto dalla possibilità di lavarlo dopo ogni passata, grazie al sistema strizzante brevettato.
Indipendentemente dal modello prescelto, il materiale costitutivo della testa del mocio può essere naturale (cotone o spugna) oppure artificiale (fibre di poliammide).
Nel primo caso le nappe sono realizzate con filati in cotone piuttosto spesso oppure con spugna, che si intridono perfettamente di acqua e che pertanto possono svolgere ottime prestazioni.
Nel secondo caso, il tessuto che trova maggiore impiego è la microfibra, un filato tecnologico ultrasottile le cui fibre sono ricoperte di micropori a livello dei quali si creano delle forze di attrazione elettrostatica dovute allo sfregamento e capaci di intrappolare le molecole di sporco.
Il bastone del mocio è sempre in metallo, che può essere acciaio inox oppure alluminio: in entrambi i casi si tratta di un substrato resistentissimo e molto leggero, che consente un impiego maneggevole e pratico, anche per lungo tempo.
In entrambi i casi la struttura è durevole in quanto preventivamente trattata con sostanze anti-ossidanti, anti-umidità e rinforzanti.
Questi metalli sono estremamente sicuri dal punto di vista igienico, in quanto la sporcizia viene respinta grazie alla presenza di forze repulsive di natura elettrostatica.
L’attacco della testa al bastone può essere di due tipi: a vite oppure a baionetta; nel primo caso le operazioni di aggancio sono leggermente più lunghe, mentre nel secondo caso è sufficiente un semplice click.
Entrambe le soluzioni sono dotate di un meccanismo di sicurezza, che blocca il collegamento fino a che la pulizia non è stata completata.
L’attacco è collegato allo snodo brevettato che ogni mocio possiede.
Esistono due tipologie di bastone: telescopico e allungabile: il primo è realizzato con un unico pezzo, di dimensioni piuttosto elevate, mentre il secondo è costituito da 2 o 3 pezzi separati che possono essere impilati l’uno sull’altro a seconda delle singole esigenze.
Il modello allungabile è anche salva spazio.
In tutti i modelli di mocio, il secchio è sempre diviso in due comparti: quello di destra per contenere acqua pulita e detersivo e quello di sinistra fornito di sistema strizzante (cestello oppure scrubber).
La sua capienza non dovrebbe mai essere inferiore a 8 litri, meglio se compresa tra 10 e 15 litri.
Inferiormente il secchio poggia su 4 rotelle piroettanti, che ne consentono uno spostamento rapido e agevole; alcuni modelli più economici ne sono privi e devono pertanto venire trascinati manualmente.
Può essere di due tipi: con cestello forato oppure con pettini metallici scrubber; nel primo caso il mocio tradizionale viene inserito con una certa forza per poi essere rivoltato con movimenti rotatori, nel secondo caso il mocio piatto deve essere soltanto strofinato contro la struttura metallica fornita di dentini.
I modelli più perfezionati di cestello strizzante basano il loro funzionamento sulla forza centrifuga prodotta dal pedale automatizzato che si trova alla base del secchio.
Che si trova sulla porzione prossimale del bastone e che di solito è ergonomica, realizzata con gomma morbida oppure con silicone e che riproduce i solchi di alloggiamento delle dita, per garantire una presa sicura, comoda ed efficace.
è senza dubbio il requisito più caratterizzante del mocio, dato che indica il collegamento tra le prestazioni offerte e il costo del prodotto.
Per non correre il rischio di acquistare un mocio scadente, che dopo pochi utilizzi diventi inutile, è sempre opportuno orientarsi verso una fascia medio-alta di prodotti, anche tenendo conto che i differenti modelli si distinguono per differenti potenzialità e per vari accessori in dotazione (che i modelli più economici non hanno).
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