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Lucidatrice Carrozzeria: Scopri Con Quale Averla Perfetta

lucidatrice carrozzeria

Stai cercando una lucidatrice che faccia splendere la tua carrozzeria? Allora sei nel posto giusto!

In commercio esistono diversi modelli per questo tipo di elettrodomestico, di seguito trovi una tabella nella quale sono state inserite le migliori lucidatrici per carrozzeria del 2021, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori lucidatrici per carrozzeria

ginour

lucidatrice auto ginour
5/5

einhell

4.2/5

himimi

3.9/5

spta

3.7/5

Classifica delle migliori lucidatrici per carrozzeria

Di seguito invece trovi una lista completa di tutte le migliori lucidatrici per carrozzeria presenti sul mercato:

Lucidatrice carrozzeria

Lucidare la carrozzeria della propria auto è un’esigenza che tutti gli autoamatori sentono ogni volta che riscontrano piccoli graffi o imperfezioni sulla vernice del veicolo.

Sostare l’auto outdoor la espone inevitabilmente a danni meccanici o chimici di vario genere, ma anche durante l’utilizzo dell’auto si possono incontrare fonti di danno.

Per mantenere il proprio veicolo sempre al massimo delle sue potenzialità estetiche, bisognerebbe dotarsi di una lucidatrice per avere la carrozzeria del proprio mezzo di trasporto perfetta.

Con una lucidatrice, anche appartenente a una fascia di prezzo media, purché offra garanzie dal punto di vista della qualità di fabbricazione, si può effettuare un eccellente lavoro di lucidatura della carrozzeria.

Sono necessari in genere tre tamponi (uno morbido, uno medio e uno duro) insieme a, ovviamente, i prodotti chimici più indicati per il particolare tipo di superficie da trattare (di diversa finitura e taglio).

Gli abbinamenti che è consigliabile effettuare sono piuttosto intuitivi:

  • un tampone morbido sarà affiancato da un prodotto chimico soft;
  • un tampone medio sarà affiancato da un prodotto chimico di intensità media;
  • un tampone duro sarà affiancato da un prodotto chimico piuttosto aggressivo.

Lo scopo principale di qualsiasi operazione di lucidatura della carrozzeria è quello di eliminare il più possibile i difetti che si possono verificare in seguito a piccoli danneggiamenti di varia natura.

Soltanto l’esperienza potrà guidare l’operatore circa l’entità dell’aggressione da esercitare nei confronti di ogni specifico difetto, partendo sempre dalla soluzione più delicata.

Infatti, l’obiettivo primario di qualsiasi automobilista è quello di preservare il più possibile lo spessore dello strato trasparente, prima di fare uso di un taglio troppo aggressivo che magari arriva a rimuovere parte della vernice.

È meglio iniziare quindi con un tampone morbido e un abrasivo leggero, per osservare su una piccola porzione di superficie danneggiata come si comporta tale abbinamento, al fine di valutare se è sufficiente oppure no.

lucidatrice carrozzeria auto

È fondamentale, in questa fase preliminare, mettere in atto un perfetto centraggio del tampone nei confronti della lucidatrice, in quanto il platorello è quasi sempre di dimensioni inferiori.

Nel tampone non devono essere presenti detriti di alcun tipo, infatti è sempre meglio utilizzare un tampone nuovo, oppure, se usato, soffiare accuratamente per eliminare qualsiasi residuo.

Il prodotto detergente deve essere agitato tutte le volte prima dell’uso, dato che, essendo costituito da una porzione liquida e da una solida, quest’ultima tende a precipitare con conseguente accumulo sul fondo del recipiente, mentre l’intenzione è quella di lavorare con una perfetta emulsione.

Su una lucidatrice di tipo rotorbitale, bisogna considerare che il liquido deve essere applicato sul tampone in misura molto limitata (qualche goccia), anche se la quantità può essere soggetta a variazioni.

Se il tampone è nuovo o comunque molto pulito, l’emulsione dovrà impregnarlo e quindi sarà distribuita in un volume leggermente superiore a quello abituale (ad esempio quattro gocce rispetto alle due abituali).

È molto importante calibrare bene la quantità di prodotto chimico in quanto se ne rimane una quota in eccesso, non correttamente consumata, la finitura non sarà di buona qualità.

Il cavo della lucidatrice dovrebbe essere posizionato dietro alle spalle dell’operatore, evitando rigorosamente il suo eventuale scorrimento lungo la fiancata dell’auto.

Un lucidatrice per carrozzeria deve essere appoggiata sulla superficie da pulire ed essere messa in moto solamente in questa posizione, così come deve essere disattivata prima di staccarla dal piano di lavoro.

Questo accorgimento è fondamentale per evitare che la rotazione del tampone a vuoto distribuisca in aria particelle di liquido che si spargerebbero ovunque nell’ambiente, anche sulla carrozzeria stessa che sarebbe così da lavare nuovamente.

Una volta steso il detergente sulla carrozzeria, si aziona la lucidatrice e si incomincia a lavorare eseguendo movimenti dapprima orizzontali e successivamente verticali, per avere la certezza di coprire l’intera superficie senza tralasciare alcuna porzione.

I tempi di lavorazione di una lucidatrice per carrozzeria si aggirano tra i 60 e i 90 secondi, ma è la sensibilità che si matura dopo una certa esperienza che potrà indicare la tempistica ottimale, che verrà percepita senza nemmeno considerare l’orologio.

lucidatrice carrozzeria offerte

È necessario comunque accertarsi di aver eliminato tutti i residui di prodotto dopo qualsiasi operazione: se esso viene rimosso con facilità, significa che la lucidatrice ha svolto un’operazione corretta, in caso contrario, bisognerebbe interrogarsi sulla qualità effettiva del macchinario che si è adoperato.

Per valutare il funzionamento di una lucidatrice è consigliabile servirsi di una lampada abbastanza potente e localizzata per ispezionare con cura la superficie della carrozzeria una volta ultimato il lavoro e valutare l’eventuale persistenza dei difetti originari.

Lo scopo di una lucidatrice da carrozzeria è quello di conferire il massimo della lucidità possibile al materiale che ricopre l’automobile, senza tralasciare la selezione dei prodotti chimici, la cui aggressività dovrebbe essere direttamente proporzionale alla profondità del graffio desiderato.

In un macchinario del genere, l’idea di montare un tampone in microfibra è un’opzione presa in considerazione da diversi autoamatori, in quanto, essendo molto duro, si presta bene all’applicazione di detergenti anche piuttosto aggressivi.

Lucidatrice carrozzeria: caratteristiche

Una lucidatrice per carrozzeria è un dispositivo di una certa complessità, che ha lo scopo di perfezionare la superficie dell’automobile e di correggere eventuali graffi o difetti che inevitabilmente si possono generare durante il suo utilizzo ma anche durante i periodi di sosta outdoor.

Le parti principali delle lucidatrici per carrozzeria sono:

  • il cavo di alimentazione, che spesso viene preferito corto, da applicare a una prolunga che si modulerà in funzione della posizione della stanza che si occupa;
  • un interruttore per avviare il movimento, che può presentarsi sotto forma di grilletto dotato di apposito pulsante di ritenuta. In questo modo si può evitare di forzare con le dita la macchina perché è sufficiente premerne una piccola porzione, ma esistono anche modelli con interruttore da acompagnare avanti o indietro manualmente;
  • il potenziometro, elemento fondamentale in quanto è il dispositivo che consente di regolare la velocità della lucidatrice;
  • il motore, spesso alloggiato nella porzione centrale della macchina, che è sempre dotato di spazzole;
  • una zona di aerazione, di essenziale importanza dato che sia la parte elettrica che quella del contrappeso sono regioni soggette a surriscaldamento che hanno bisogno di essere raffreddate. Pertanto, frontalmente e posteriormente devono essere presenti bocchette per il ricambio dell’aria;
  • il platorello, che è il disco che viene movimentato dal motore della lucidatrice e, dotato di velcro, alloggia i tamponi. La sostituzione del platorello può essere un’operazione piuttosto complessa, che richiede una chiave esagonale (brugola) e una certa esperienza, oppure un passaggio intuitivo, in determinate lucidatrici che sono progettate appositamente per ospitare indifferentemente platorelli di diverse dimensioni.

La potenza è un parametro decisamente influente sulle performance dell’apparecchio, quindi la sua scelta deve essere valutata proprio in funzione dell’utilizzo previsto: più la potenza è elevata, più la lucidatrice resisterà allo sforzo richiesto durante la lavorazione della carrozzeria.

Un altro requisito da prendere in considerazione è il controllo di coppia, ovvero il dispositivo che ha il compito di iniettare all’interno degli avvolgimenti del motore una corrente superiore a quella predefinita, se necessaria (ad esempio in caso di sforzi molto intensi).

Un metodo abbastanza diffuso per analizzarlo è quello di schiacciare con le dita la testa della lucidatrice per osservare l’intervento del controllo di coppia, che dovrebbe appunto mantenere costante il movimento rotatorio anche in presenza di resistenza.

In macchine appartenenti a una fascia di prezzo bassa, una volta compiuta questa operazione si può notare immediatamente la riduzione dei giri, sinonimo spesso di bassa qualità di fabbricazione.

Il range di giri è un altro aspetto da prendere in esame prima di effettuare un acquisto del genere, che va da 400 giri (velocità minima) a 3000 giri (velocità massima).

Se si desidera selezionare la lucidatrice per carrozzeria più adatta alle proprie esigenze, bisogna ricordare che esistono essenzialmente quattro tipi di macchinari progettati per lavorare sulla carrozzeria dell’automobile.

La prima tipologia è rappresentata dalla lucidatrice rotativa, quella più tradizionale, che è costituita da un corpo, un motore e una serie di ingranaggi in grado di convertire la potenza elettrica in movimento meccanico di tipo rotatorio.

Infatti, una volta azionata, essa fa girare su se stesso il platorello, e l’unico movimento consentito è proprio quello circolare, quindi è facile intuire come il tampone e il platorello si trovino sempre nello stesso punto.

La velocità di funzionamento viene misurata in “rpm“, un’unità di misura che indica la grandezza “giri per minuto”.

Il secondo tipo di lucidatrice per carrozzeria è quello rotorbitale, che associa il movimento rotatorio (il platorello gira su se stesso) a quello orbitale (il platorello oscilla).

Il questo caso il tampone e il platorello non si trovano mai nello stesso punto in quanto i due movimenti non sono sincronizzati tra loro ma procedono con un meccanismo randomizzato, e l’unità di misura è “opm” ovvero “orbite per minuto”.

costo lucidatrice carrozzeria

La lucidatrice roto-eccentrica, il terzo tipo di lucidatrice per carrozzeria, agisce mettendo in atto un movimento eccentrico, che presenta il vantaggio di continuare a correggere anche se si assumono posizioni storte o poco fluide (mentre la lucidatrice rotorbitale si blocca).

Il quarto tipo, scelto da una minoranza di autoamatori, è rappresentato dalla lucidatrice orbitale, che presenta esclusivamente un movimento orbitale cioè una rotazione talmente lenta da essere trascurabile.

Essa presenta maniglie molto pratiche da impugnare e spesso è dotata di platorelli di grandi dimensioni, che si prestano bene a lavori di stesura di una cera sigillante in breve tempo, mentre non sono utili per la correzione di grossi difetti o graffi.

La principale differenza che sussiste tra una lucidatrice rotativa e una rotorbitale, che sono le due tipologie più utilizzate quando si desidera lucidare la carrozzeria della propria auto, è rappresentata dal movimento messo in atto dal platorello e, di conseguenza, dal tampone.

In una lucidatrice rotativa, il tampone ruota su se stesso e quindi descrive un’orbita costante nel tempo, mentre nella lucidatrice rotorbitale vengono compiute delle orbite ellittiche sempre diverse tra loro, cioè un determinato punto del tampone non si ritroverà mai a toccare lo stesso punto della superficie due volte, essendo un’orbita di tipo random.

La lucidatrice rotativa offre la maggiore stabilità possibile proprio in virtù del fatto che il tampone compie sempre lo stesso movimento, mentre la lucidatrice rotorbitale è più flessibile.

La prima macchina, grazie alla particolare tipologia di movimento, genera una certa quantità di calore, che è in grado di ammorbidire con facilità lo strato trasparente della vernice, che è una resina; questo significa che si assiste a una notevole capacità di correzione dei graffi.

La seconda macchina, descrivendo un’orbita ellittica sempre diversa, produce sicuramente meno calore, traducendosi in una minore capacità correttiva ma in una maggiore sicurezza di utilizzo: la vernice non si surriscalda, non si brucia e non viene sollevata negli angoli.

La lucidatrice rotativa è essenziale quando si deve eliminare un graffio, anche abbastanza profondo: in linea generale, l’unica correzione efficace viene offerta da un movimento rotativo.

Il tampone per la lucidatrice da carrozzeria è un elemento che deve essere selezionato con cura, dato che, se non idoneo, potrebbe inficiare la performance globale del macchinario.

guida all acquisto lucidatrice carrozzeria

Le variabili sono molte: sottili o spessi, senza foro o con foro, in lana sintetica, naturale o in ibrido di spugna, con diametro ampio o ristretto, di forma cilindrica o trapezoidale, con celle di diversa dimensione, eccetera.

Il primo parametro da considerare è comunque la grandezza globale del tampone che deve adattarsi perfettamente a quella del platorello, con un eccesso di due o tre centimetri del primo rispetto al secondo, dato che una piccola porzione di spugna dovrebbe comunque sporgere verso l’esterno con funzione di protezione nei confronti di eventuali impatti laterali.

Molti autoamatori preferiscono non servirsi di tamponi in microfibra in quanto essi si adattano solamente a una lucidatrice rotorbitale, perché sono provvisti di piccoli peli corti che lavorano al meglio con movimenti che descrivono un’orbita randomizzata.

I tamponi in microfibra sono quindi la scelta ideale se l’obiettivo è quello di ottenere il massimo taglio e la massima velocità di correzione, paragonabili a quelli offerti da tamponi di spugna molto duri.

Le lane funzionano in maniera molto simile alla microfibra, ma possiedono dei peli più lunghi, caratteristica che li rende poco adatti all’utilizzo rotorbitale per eventuali intrecci sgraditi o accumuli indesiderati di materiale abrasivo.

La spugna è il materiale più utilizzato per i tamponi di lucidatura e permette di raggiungere risultati di lavoro standard, ovvero di medio livello sia in termini di taglio che di finitura.

Il parametro imprescindibile per la scelta di un tampone rimane comunque la sua durezza: tamponi molto morbidi si prestano meglio a una fase di finitura, per raggiungere la massima lucidità senza particolari esigenze di correzione, mentre tamponi molto duri consentono di rimuovere facilmente i graffi, di qualsiasi profondità, a discapito della finitura che potrà risultare leggermente rovinata.

Questo discorso va affiancato anche alla selezione del giusto prodotto abrasivo, la cui aggressività sarà modulata in funzione di quella del tampone: detergenti energici lavorano bene insieme a tamponi duri e viceversa.

Lucidatrice carrozzeria: prezzo

I prezzi di una lucidatrice per carrozzeria vanno da 30 euro fino a 600 euro: tale finestra così ampia di valori è indice di un’estrema variabilità a carico della qualità dei materiali, dei processi di fabbricazione, dell’affidabilità degli accessori forniti e della tipologia di motore.

Per un utilizzo amatoriale è consigliabile optare per modelli basici il cui costo non sia inferiore a 60-70 euro, per evitare di incorrere in prodotti di scarsa qualità che potrebbero addirittura danneggiare la carrozzeria dell’automobile.

Man mano che l’impiego diventa più professionale, parallelamente cresce anche la cifra che bisogna mettere in conto di investire per una lucidatrice il più possibile performante e prodotta secondo le più attuali tecnologie.

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